Riparazione per Ingiusta Detenzione


Non sono rari i casi di cronaca di persone incolpate di reati gravi, sottoposte ad una misura custodiale in carcere durante le indagini e magari anche durante il processo e successivamente prosciolte in esito all’accertamento del merito della vicenda che li ha visti coinvolti.
Si tratta di episodi molto meno rari di quello che si è portati a pensare poiché, molto spesso, non vengono menzionati dai media. Per darvi un’idea di questo fenomeno, vi invito a collegarvi alla pagina errorigiudiziari.com per rendervi conto di quanti errori giudiziari la nostra storia processuale sia piena.
La privazione della libertà è una lesione profondissima dei diritti fondamentali della persona che provoca un danno e delle sofferenze distinti rispetto a quelli connessi all’essere al centro – da innocenti – di una vicenda giudiziaria. Infatti, nel caso di errore giudiziario (sentenza di assoluzione in sede di revisione dopo una sentenza di condanna passata in giudicato) il risarcimento sarà integrale ed illimitato. Nel caso di ingiusta detenzione l’ordinamento prevede un tetto massimo dell’indennizzo pari ad € 516.456,89.
Naturalmente, colui che dovesse essere condannato per poi vedersi assolto solo in sede di revisione ed avesse nel frattempo ANCHE patito un periodo di carcerazione (in sede cautelare o a seguito della condanna definitiva poi superata dopo il giudizio di revisione), potrà far valere due voci di danno: l’una risarcitoria per l’errore giudiziario ed una a titolo di indennizzo per la privazione illegittima della libertà.
Il diritto all’equa riparazione per ingiusta detenzione subita, trova fondamento nella condizione soggettiva della persona sottoposta a detenzione immeritata e in tal senso ingiusta.
I nostri avvocati, dedicandosi scrupolosamente alle gestione di ogni singolo caso, mirano all’ottenimento del maggior risarcimento possibile, consapevoli degli enormi danni, personali, familiari, patrimoniali e morali che la privazione della libertà può comportare.

Lo Studio Legale si occuperà anche di reperire tutta la documentazione necessaria atta a richiedere alla Corte di Appello competente, il risarcimento del danno patito per l’ingiusta detenzione.